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Chiesa parrocchiale di San Biagio

Chiesa parrocchiale di San Biagio


Descrizione

Notizie storiche sulla chiesa di San Biagio
di Elso B. Gramaglia

La chiesa di San Biagio viene menzionata per la prima volta negli Statuti comunali, rifatti nel 1471, ove vi è un preciso riferimento alla «ecclesia Sancti Blaxii», ma le sue origini sono probabilmente piú antiche (sec. XIV)[1]. Tuttora presenta una struttura a tre navate, con tracce di stile gotico, specie in alcune finestre laterali otturate.

L'8 agosto 1584 venne visitata da Giovanni Battista Cavoretto, prevosto di Moncalieri, in qualità di delegato di monsignor Peruzzi, vescovo di Sarsina e visitatore apostolico negli Stati sabaudi. La chiesa appariva in buone condizioni, ed era dotata di altari, sacrestia, fonte battesimale; era povera, però, di arredi sacri e mancava di confessionale.

Nella seconda metà del Seicento, poiché la volta minacciava di rovinare, si intrapresero notevoli restauri. Nel 1669 il Consiglio comunale invitò il celebre ingegnere ducale Guarino Guarini a visitare la chiesa e il campanile e a stabilire le riparazioni ormai necessarie. Egli venne a Buttigliera, accompagnato da due cappi mastri, il mercoledí precedente il 18 novembre dello stesso anno. Pochi giorni dopo per mezzo del capomastro Carlo Luigi Vanello presentò al Consiglio il disegno «per rimodernare detta chiesa» e sostenere l'annesso campanile. Il disegno piacque e fu approvato, ma i lavori non iniziarono, a quanto pare, per le gravi difficoltà finanziarie del Comune. I restauri incominciarono piú tardi, nel 1673, e proseguirono a rilento per molti anni, a spese del Comune, e inizialmente sotto la direzione di mastro Gaspare Casagrande, come risulta dai Capitoli da osservarsi tra la Comunità di questo luogo et mastro Gaspare Casagrande del fu Andrea di Chieri per l'accomodamento della chiesa parrochiale et campanile del presente luogo, sottoscritti il 17 settembre dello stesso anno.

Altre riparazioni importanti avvennero nel corso del secolo seguente, secondo le istruzioni di altri famosi architetti, quali Bernardo Antonio Vittone e Mario Ludovico Quarini (figlio di un chierese e di una buttiglierese). Il primo, il 30 agosto 1755, visitò personalmente sia la chiesa sia il campanile, dando consigli per il restauro, stesi poi per iscritto il 3 settembre seguente. Cinque anni dopo, nel 1760, formò il disegno della nuova balaustra della parrocchiale, che venne dotata anche di «un usciolo di ferro lavorato a dovere». Il Quarini, invece, forní i disegni del coro, che venne prolungato, nonché della sacrestia e del campanile che furono completamente rifatti. Il bellissimo campanile, alto metri 52,06, fu terminato nel 1789, come appare da un'iscrizione latina del barone Vernazza, posta sul lato ovest. I disegni originali del Quarini, datati 18 maggio 1778, sono ora conservati nella Kunstbibliothek di Berlino e sono stati pubblicati da Sabine Jacob nel 1975[2].

Nel corso dei secoli XVII-XVIII la chiesa fu arricchita di altari, crocifissi, statue, quadri, suppellettili di pregevole fattura. In particolare, un Catalogo degli oggetti d'arte, redatto nel 1928 a cura della R. Soprintendenza all'arte medioevale e moderna per il Piemonte e la Liguria, segnala le seguenti opere d'arte.

- Crocifisso in legno col Cristo in grandezza al naturale, opera di Carlo Plura di Lugano († 1735), attualmente collocato sull'altar maggiore, eretto nel 1796.

- Statua lignea raffigurante la Madonna del Rosario, opera di Stefano Maria Clemente (sec. XVIII). La statua si espone in chiesa nel mese di maggio.

- Organo settecentesco costruito da Giovanni Battista Concone entro una cassa lignea a tre fornici, opera dell'architetto Bernardo Vittone[3].

- Dipinto in tela rappresentante la Madonna del Rosario con S. Domenico e S. Caterina da Siena, contornato da quindici quadretti raffiguranti i Misteri del Rosario (sec. XVII).

- Altare di legno colorito in finto marmo nella cappella della Madonna del Rosario (sec. XVII).

- Altare nella cappella dell'Immacolata Concezione, in finto marmo con paliotto, fiancheggiato da due colonne reggenti una trabeazione. L'altare fu fatto costruire dall'avvocato Giuseppe Biglione, conte di Buttigliera e Aramengo, morto nel 1729, fondatore dell'omonima confraternita. È dotato di un dipinto in tela, donato dal medesimo conte, raffigurante l'Immacolata Concezione con S. Anna, S. Gioacchino e l'Arcangelo Gabriele che domina il serpente infernale; datato 1689.

- Dipinto in tela raffigurante i santi Bernardo e Biagio in adorazione del SS. Sacramento; opera di Angelo Capisani, terminata nell'ottobre del 1844.

- Dipinto in tela rappresentante S. Elisabetta d'Ungheria in atto di fare l'elemosina ai poveri; opera di Vittorio Rapous (seconda metà del secolo XVIII)[4].

- Fonte battesimale in marmo di Gassino, adorno dello stemma comunale, costruito nel 1587.

Nell'anno 1894 si restaurò la facciata della chiesa e le due statue di S. Bernardo di Chiaravalle e S. Biagio di Mira, poste nelle nicchie ai lati del portale. Su consiglio del geometra Ferdinando Torretta furono aggiunti triglifi e dentelli al cornicione del primo ordine e fu costruito uno «sfondato semicircolare con bassorilievo», in sostituzione della finta finestra trifora. Lo scopo dichiarato del restauro e di queste aggiunte era di «avvicinare maggiormente il carattere architettonico della facciata stessa allo stile cosí detto Alessandrino al quale appartiene, e del quale rimarrebbe un bello e modesto campione per la molta rassomiglianza che avrebbe alla facciata di quel grandioso e rinomato monumento che si è il tempio di Santa Croce esistente a Bosco Marengo, fatto costrurre da Papa Pio V nel 1570 su progetto del padre domenicano Ignazio Danti da Perugia»[5].

Gli ultimi restauri avvennero nel corso degli anni sessanta del secolo scorso, al tempo del parroco don Pietro Ferrero: i pilastri della chiesa furono rivestiti di marmo, venne rifatto il pavimento con eliminazione delle antiche tombe gentilizie esistenti davanti agli altari laterali, fu rimosso il pulpito ottocentesco e si realizzò il mosaico semicircolare della facciata, raffigurante S. Martino, titolare della parrocchia, nell'atto di donare metà del suo mantello a un povero.
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[1] B.E. Gramaglia, Buttigliera d'Asti. Capitoli di storia antica, Buttigliera d'Asti 2002, pp. 95-96.
[2] S. Jacob, Italienische Zeichnungen der Kunstbibliothek Berlin, Berlin 1975, pp. 203, 236.
[3] AA.VV., L'organo della chiesa parrocchiale di San Martino in Buttigliera d'Asti, Castelnuovo Don Bosco 2000.
[4] Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna (1773-1861), a cura di E. Castelnuovo e M. Rosci, vol. I, Torino 1980, p. 82.
[5] Archivio storico della parrocchia di Buttigliera d'Asti, fald. 326, Lettera di Ferdinando Torretta al prevosto don Perotti, datata 7 aprile 1894.

Modalita di Accesso

Durante le funzioni religiose

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Dove

buttigliera asti

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Telefono: 011-9921812
Pagina aggiornata il 09/09/2024 08:43:00

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